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Come fare pubblicità su Instagram

Come fare pubblicità su Instagram, ma soprattutto perché farla? Partiamo prima con il rispondere a quest’ultimo quesito. Se comprendiamo l’importanza dell’Adv sui social, infatti, riusciamo ad afferrare meglio i consigli sulle strategie migliori da mettere in campo per creare pubblicità ad hoc per il nostro brand e ottenere i risultati sperati.

A cosa serve l’Advertising su Instagram e in generale sui social? Numerosi sono i vantaggi di cui si può beneficiare come:

  • migliorare la corporate e brand reputation,
  • ottenere maggior visibilità e ricevere feedback da utenti e clienti,
  • convertire i contatti in clienti veri,
  • diffondere in maniera immediata i propri messaggi,
  • accrescere le proprie entrate monetarie e il traffico sul sito
  • raggiungere un maggior numero di utenti.

Chi non vorrebbe raggiungere il maggior numero di persone con un solo post? Sembra un sogno poter ampliare la propria platea sponsorizzando un determinato contenuto e migliorare, così, in maniera più rapida, la propria reputation e il proprio business. L’importante è che dietro alla pubblicità su Instagram ci sia una strategia ben precisa e ogni mossa sia ben ponderata e calibrata.

Per finire, Instagram, rispetto ad altri social, come a esempio Facebook, offre un tasso di conversione più elevato del 58%. Su questa piattaforma vi sono oltretutto circa 200 milioni di followers che ogni giorno visitano un profilo aziendale. Ciò rende le campagne di advertising su Instagram molto più efficaci per le aziende. Secondo recenti studi, a essere maggiormente favorite sono soprattutto le imprese che operano  in alcuni settori come: moda, abbigliamento e accessori.

Come fare pubblicità su Instagram: le varie possibilità

 

Ora che è chiaro il perché possiamo comprendere come fare pubblicità su Instagram. Il social offre varie tipologie di inserzioni. Quali?

  • Inserzioni con foto ovvero la tipologia più semplice. Si utilizzano fotografie sia in formato orizzontale che quadrato.
  • Inserzioni con video dove immagini, suoni e colori creano un forte impatto. Possono essere in formato orizzontale o quadrato. La durata massima è di sessanta secondi.
  • Inserzioni carosello. In un unico annuncio vi sono più foto e video. Per visualizzarli l’utente non deve fare altro che scorrere i contenuti.
  • Inserzioni nelle Storie. Vi sono linee guida molto importanti da rispettare correttamente per quanto riguarda sia la dimensioni dei file utilizzati, sia il formato, che la durata massima del video.

Quale tipologia di inserzione è bene scegliere? Tutto dipende dai propri obiettivi. Non c’è però una opzione precisa su cui puntare piuttosto che un’altra. Si possono utilizzare combinazioni vincenti di inserzioni nelle Storie e inserzioni con foto o video. L’importante è studiare molto bene la propria campagna di advertising, capire gli obiettivi del proprio brand e analizzare il contesto in cui ci si muove.  Conoscendo il proprio target e cosa vuole si può creare una campagna mirata sia per la promozione di un nuovo prodotto, di un nuovo servizio, ma anche e solo per farsi conoscere da un pubblico più ampio.

Uno degli errori più grossi è dunque pensare che la fase creativa sia quella più importante. Sullo stesso piano vi sono fasi precedenti e successive al concepimento dello “spot”, ovvero di un messaggio accattivante e in grado di creare un certo engage. Quali? La fase di analisi iniziale, quella legata alla creazione di un piano editoriale, ma anche quella della pianificazione meticolosa e quella del controllo finale per stabilire il successo o meno delle azioni messe in campo.

Costi e impostazioni pratiche: l’adv su Instagram

Per fare pubblicità su Instagram si possono utilizzare gli stessi strumenti pubblicitari di Facebook. Il modo di configurare, pubblicare e monitorare le proprie campagne è molto simile a quello dell’altra piattaforma di Mark Zuckerberg. Basta andare nella sezione Gestione Inserzioni per impostare il tutto.

Ci sono, però, altri due modi molto semplici e intuitivi per dirigere il tutto. Quali?

  1. Dall’interno dell’applicazione
  2. attraverso l’aiuto di un Instagram Partner

Scelto il messaggio da veicolare, creato il post, scelto il target e il formato giusto, prima di dare il via alla propria campagna pubblicitaria su Instagram non rimane che decidere il tipo di investimento.

Quanto costa fare pubblicità sul noto social? Tutto sta nella scelta del budget proprio perché spetta all’inserzionista decidere quanto spendere per la promozione. Come?  Indicando un budget totale ovvero la somma complessiva che si desidera spendere per la promozione e la durata per la promozione.

Foto di freestocks da Pixabay

Insight Instagram, come leggerli?

Come leggere gli Insight di Instagram? Saper interpretare i dati del proprio profilo sul noto social è fondamentale per poter migliorare ogni giorni e crescere con consapevolezza. Compiere una attenta analisi di ciò che si fa su Instagram e dei risultati ottenuti dai contenuti creati ha una importanza strategica. Occorre infatti sapere dove si sta andando e se la strada intrapresa è quella giusta oppure no per poter cambiare direzione o correggere la rotta prima che sia troppo tardi.

Instagram mette a disposizione dei propri utenti dati molto importanti. Si tratta di un regalo prezioso per chiunque lavori sui social e con i social. Vediamo di non sprecare questa ghiotta opportunità andando ad approfondire meglio l’argomento.

Cosa sono gli Insight di Instagram e a cosa servono?

Cosa sono gli Insight di Instagram e dove li troviamo sulla piattaforma social? Gli Insight non sono altro che una sezione dell’ account dedicata solo a numeri e statistiche. Queste ultime sono generate dall’ attività di Instagrammer che svoliamo quotidianamente postando foto o video, creando Stories o dirette. In questa importante sezione possiamo scoprire qualcosa in più sui follower e sulle persone che interagiscono con noi andando a controllare quando lo fanno, come e dove. Possiamo dunque analizzare tutti i contenuti postati, controllare quelli che hanno riscosso maggior successo, creato scalpore e spinto i seguaci all’interazione. Una volta selezionati i contenuti migliori possiamo poi andare a compiere analisi più specifiche e confronti con post, che, invece, hanno fatto flop per comprendere dove abbiamo sbagliato, ma soprattutto quali saranno le nostre prossime mosse su questo social.

Insomma la fase di analisi dei dati è una delle più importanti perché permette di capire se le strategie inserite nel proprio piano di editoriale siano o meno efficaci. Non si può, infatti, continuare a postare all’infinito senza sapere se si sta raggiungendo il proprio obiettivo.

Quando siamo sbarcati sul noto social lo abbiamo fatto con uno scopo ben preciso. Quale? C’è chi voleva raggiungere più clienti ed ampliare il suo business, chi voleva diffondere maggiormente il nome del brand e ottenere maggior successo, ma anche chi volevamo interagire con i clienti e instaurare un rapporto sempre più stretto e di maggior fiducia. L’abbiamo raggiunto? Sono i dati negli Insight di Instagram che ci aiutano a capirlo. Come? Ci mostrano, ad esempio, quanti follower abbiamo ottenuto nell’ultimo periodo e quali contenuti ci hanno permesso di avere maggiore visibilità e far conoscere il nostro brand ad un numero sempre maggiore di persone.

Come leggere i dati: cosa ci dice Instagram sul nostro account aziendale?

Cosa ci dice dunque Instagram sul nostro account aziendale? Quali dati presenti negli Insight di Instagram ci propongono lo stato di salute del profilo? In primis dobbiamo controllare 5 parametri molto importanti quali:

  1. Impression
  2. Copertura dei contenuti
  3. Click al sito web
  4. Visite del profilo
  5. Follower

Il primo parametro, denominato Impression, registra il numero di volte che post e stories appaiono su uno schermo. Una persona può generare più Impression guardando più volte lo stesso contenuto. Ecco perché questo dato è spesso maggiore rispetto a quello riportato sotto la voce copertura. Non c’è nessun errore se la differenza è molto alta. Vuol solo dire che magari più persone hanno visualizzato più e più volte quella foto o quel video.

Il secondo, invece, ci segnala il numero di utenti unici che hanno incrociato post e stories.

Con il terzo parametro scopriamo invece chi, attraverso la bio di Instagram, ha raggiunto il nostro sito e incuriosito dai contenuti che abbiamo postato ha voluto scoprire qualcosa in più su di noi e il nostro brand. Si tratta di un dato fondamentale perché ci racconta quanto siamo riusciti ad attrarre nuove persone, nuovi potenziali clienti.

Visite al profilo ci dice, invece, il numero di visualizzazioni che ha ottenuto il tuo profilo mentre l’ultimo parametro ci uanti follower sono stati acquisiti o persi nell’ultima settimana, i tempi medi di utilizzo e molto altro. Dati fondamentali per pianificare una strategia

Altri dati? Per ogni post possiamo controllare:

  • Mi piace o cuori
  • Commenti
  • Salvati
  • Impression
  • Copertura
  • Interazioni

Grazie a questi parametri controlliamo ogni contenuto editoriale che abbiamo pubblicato su Instagram e possiamo ricalibrare il nostro piano strategico. Scopriamo, con i numeri riguardanti le reazioni dei nostro follower, quale tipo di contenuti conviene pubblicare, su quali argomenti conviene insistere e quali, invece, non destano alcun interesse.

Foto di USA-Reiseblogger da Pixabay

Insight Facebook, cosa sono e a cosa servono?

Cosa sono e a cosa servono gli Insight Facebook? Se non li conosci ti si aprirà un mondo incantato davanti. Un mondo fatto di numeri e statistiche che potranno darti un prezioso aiuto per: far crescere la tua pagina sul noto social, raggiungere meglio i clienti che desideri e capire quali contenuti hanno riscosso maggior successo. Vista l’importanza dobbiamo cercare di chiarire bene di cosa stiamo parlando. Gli Insight di Facebook non sono altro che dati, davvero utili, che trovi in una sezione così denominata all’interno della tua pagina fan sulla piattaforma di Mark Zuckerberg. Sono dati completamente gratuiti che ti vengono messi a disposizione da Facebook stesso e che ti aiuteranno nella pianificazione delle tue strategie.

Questo prezioso strumento lo potremmo paragonare a una bussola. I marinai si muovono in mare grazie ad essa. I social media manager, invece, si muovono nella marea di like, commenti e post grazie a questi dati. Perché? Possono comprendere, infatti, se un determinato contenuto sia piaciuto o meno al proprio target, ma anche se l’orario di pubblicazione di quel post sia risultato corretto o meno. Come? Analizzando i dati raccolti da Facebook. Per farlo, però, bisogna saperli leggere e utilizzare nel migliore dei modi.

Dove trovare gli Insight di Facebook?

Ora che abbiamo chiarito cosa sono gli Insight di Facebook e abbiamo fatto un piccolo accenno a cosa servono, possiamo concentrarci sul dove trovarli.

Parliamo di dati legati alle pagine Facebook e non ai semplici profili. Occorre dunque entrare nella propria pagina fan e nel menù laterale selezionare Insight.

Se si utilizza l’app di Facebook con il proprio cellulare e si accede alla propria pagina con Business Suite, invece, il simbolo da cliccare è quello che appare simile ad un grafico in salita dove una riga unisce diversi puntini. Si tratta del secondo simbolino presente in basso sulla sinistra dello schermo dopo la bandierina.

La prima schermata che si apre è quella denominata Riepilogo della Pagina. Qui troviamo un riepilogo dei maggiori dati che servono ad ogni bravo social media manager. Oltre al numero di mi piace acquisiti nel periodo di riferimento, possiamo controllare l’andamento degli ultimi 5 post e soprattutto esportare tutti i dati raccolti dalla piattaforma.

A lato, però, si è anche aperto un nuovo menù. Quali voci abbiamo a disposizione e cosa possiamo fare grazie agli Insight di Facebook?

A cosa servono gli Insight Facebook: una panoramica sulle sezioni

Nel nuovo menù, all’interno degli Insight di Facebook, che possiamo visualizzare sulla sinistra della pagina, troviamo diverse sezioni molto interessanti. Quali?

  • Panoramica
  • Follower
  • Inserzioni
  • Mi piace
  • Copertura
  • Visualizzazioni della Pagina
  • Azioni sulla Pagina
  • Post
  • Eventi
  • Video
  • Storie
  • Persone
  • Messaggi
  • Ordini

Cosa ci raccontano queste categorie? Quali dati ci presentano e come possiamo utilizzarli?

La prima sezione, quella denominata Panoramica, ci mostra a colpo d’occhio tutti i dati più importanti raccolti in un certo intervallo di tempo. Scegliendo il lasso di tempo che ci interessa, passando dagli ultimi 7 ai 28 giorni, possiamo controllare quanti like o mi piace abbiamo ricevuto in quel preciso periodo e capire l’efficacia delle strategie che abbiamo messo in campo.

I dati fanno riferimento sia al traffico organico che a quello a pagamento.

Scorrendo in basso troviamo l’analisi degli ultimi 5 post pubblicati. Vediamo ad esempio se sono foto, video o semplici link. Analizziamo la copertura e le interazioni, controllando i click sul post e le interazioni come i commenti o le condivisioni. Abbiamo così un primo ed importantissimo dato che riguarda il successo dei contenuti postati. Senza like o commenti capiamo subito che quel determinato post non ha sortito l’effetto sperato. Non ha spinto i nostri clienti ad interagire con noi molto probabilmente perché o il messaggio era poco chiaro o l’abbiamo postato in maniera errata.

La sezione Follower ci presenta il numero di follower della pagina sia che essi siano organici che a pagamento e il numero di persone che hanno smesso di seguirla. Il grafico è molto chiaro e i vari picchi di colori diversi delineano in maniera precisa come si sono mossi gli utenti.

Mi piace, copertura e post: le tre sezioni più controllate

Altre sezioni utili? Fra quelle più controllate vi sono: Mi piace, copertura e post. I bravi social media manager in realtà analizzano gli Insight di Facebook in ogni singolo punto e tengono conto di ogni sfumatura che viene presentata loro. Ci sono pe3rò sezioni che, al primo sguardo, danno subito una idea dell’andamento del proprio operato. Fra queste vi sono proprio quelle citate. Perché? Cosa hanno di così importante?

La sezione mi piace è affine a quella follower, ma non speculare. Sono due facce della stessa medaglia dove possiamo trovare dati contrastanti. Il motivo? Semplicissimo. Spesso gli utenti mettono “mi piace” a una pagina, ma scelgono di non seguirla, o viceversa, iniziano a seguirla, ma senza mettere il like. Ecco perché i dati fra questa categoria e quella precedente possono risultare diversi e mandare in confusione.

Nella sezione Copertura, invece, troviamo il numero delle persone effettivamente raggiunte dai contenuti della pagina. Monitoriamo così  l’effettiva qualità dei contenuti pubblicati. Ci sono qui due importanti sotto-sezioni.

  1. la prima riguarda la copertura dei post ovvero le persone a cui un determinato contenuto è stato mostrato
  2. la seconda legata alle reazioni. Possiamo andare a controllare anche i like e gli altri modi in cui le persone aggiungono una reazione ai post della tua Pagina come ad esempio: Love, Wow, Ahah, Sigh e Grr.

L’ultimo punto della nostra panoramica sugli Insight di Facebook riguarda la sezione Post. Da qui possiamo comprendere le abitudini degli utenti che seguono la pagina. Possiamo inoltre scoprire dati fondamentali sulla copertura e l’engagement delle persone.

In primis ci viene presentato un grafico su orari e giorni in cui gli utenti erano online. Possiamo dunque scoprire così che è meglio pubblicare i contenuti fra le 12 e le 16 piuttosto che fra le 8 e le 10 del mattino, oppure che abbiamo un pubblico nottambulo e predisporre contenuti ad hoc.

Fondamentali sono infine i dati relativi a copertura e interazioni. Attraverso di essi si scopre se i contenuto pubblicato ha creato un certo engagement, ma si capisce anche quali temi continuare a trattare visti i consensi raggiunti, e quali, invece, scartare.

LinkedIn per aziende B2B, dati e statistiche del 2020

Ormai è chiaro. LinkedIn è uno strumento fondamentale per aziende B2B. Dati e statistiche del 2020 supportano tale convinzione ponendo in risalto l’utilizzo che viene fatto di questo particolare social. Come mai? A compratori e acquirenti piace la possibilità di presentarsi con il profilo professionale. Si instaura in poco tempo un rapporto di fiducia. Il fatto di poter interagire con il profilo dell’azienda è poi un surplus. LinkedIn trasmette professionalità a 360 gradi e influenza positivamente i suoi utenti lasciando che si creino rapporti di fiducia più velocemente di quanto accade altrove. Poter contare sulla professionalità del proprio interlocutore, verificandone le basi, incrementa le relazioni professionali rendendole più solide e durature. Proprio per questi motivi il social favorisce la creazione di reti Business to Business.

LinkedIn per aziende B2B: i dati del 2020

Carta canta, anzi, sono proprio i dati raccolti a raccontare l’importanza di LinkedIn per il B2B. Come? Andiamo ad analizzare insieme alcuni dati per capire meglio.

Prendendo ad esempio il mese di marzo 2020, come riferimento, tornando così indietro di un anno, possiamo dire che gli utenti italiani del noto social fossero 21,2 milioni. Rispetto a marzo 2019 si registrava una crescita davvero importante pari al 19.5%.

Controllando le statistiche nello specifico si è notato come fossero divisi, nel 2020 gli utenti. Il social è dunque apparso frequentato maggiormente da uomini che da donne. Si parla infatti del 52,7% contro il 47,3% .

Per quanto riguarda, invece, il mondo B2B i dati raccolti ci dicono che nel 2020: 

  • il 79% dei marketers ha creduto che LinkedIn fosse una fonte di lead di primo piano,
  • il 50% dei clienti lato B2B ha usato Linkedink prima di effettuare acquisti e valutare brand che non conosceva,
  • 7 professionisti su 10 si sono affidati al social per capire le reali competenze di una persona in ambito lavorativo.

Dati importanti. Dalle prime due percentuali si capisce molto bene come LinkedIn e il B2B abbiano creato un connubio perfetto. La costruzione della credibilità di un brand passa attraverso questo preciso social. Attraverso le informazioni che vi sono riportate l’acquirente decide o meno se fidarsi di un brand o di un professionista che fa parte di quell’azienda.

Linkedin e B2B: connubio irresistibile per fare marketing

Vogliamo analizzare altri numeri? Ci dovrebbe bastare sapere che LinkedIn racchiude fra le sue fila ben 610 milioni di iscritti. Il 45% di essi fa parte dei marketer B2B che preferisce questo social per marketing rispetto agli altri. Possiamo dire che circa 90 milioni di professionisti senior e 63 milioni di decision maker usano LinkedIn per intessere relazioni professionali, coltivare rapporti e cercare nuovi clienti.

Il tasso di conversione lead è del 277% in più rispetto a  social come: Facebook e Twitter. LinkedIn, per il B2B, è in grado di triplicare i risultati raggiunti con i competitor e rendere compratori e acquirenti ben più felici e soddisfatti, ma soprattutto sereni e sicuri.

Altri dati importanti? Si stima che il 46% del traffico social sul sito di aziende di B2B provenga proprio da LinkedIn.

Social di marketing: non ufficio collocamento

LinkedIn è ideale per il B2B, per fare marketing. Bisogna sfatare definitivamente il mito che si tratti di un social utilizzato dagli utenti come mero e proprio ufficio di collocamento. Si può trovare anche lavoro, ma si creano, soprattutto, rapporto solidi e profondi, legami di fiducia in grado di far girare l’economia.

Questo social aiuta chi si occupa di marketing a incontrare i propri clienti, ma anche i professionisti di altre aziende per collaborazioni importanti, confronti e scambio di opinioni. Ad essere incentivato è inoltre il rapporto fra brand e clienti anche grazie alla possibilità di targetizzare con precisione il pubblico delle campagne e convertire quanti più utenti in clienti.

Foto di mohamed Hassan da Pixabay

7 curiosità sui social media che devi conoscere

Pensi di sapere tutto sui social? Nei sei davvero sicuro? Potrebbero esserci 7 curiosità sui social media che devi assolutamente conoscere e che ti sorprenderanno. Ti abbiamo incuriosito? Il nostro obiettivo è quello di sfatare alcuni falsi miti, anzi alcune vere e proprie leggende metropolitane e diffondere un po’ di conoscenza.

Si parla sempre tanto di fake news, ma si fa sempre poca chiarezza sulle voci non corrette che girano attorno all’utilizzo dei social. Come mai? Un motivo potrebbe essere legato al fatto che tutti gli usiamo quotidianamente. Pur non essendo social media manager, pur non aver frequentato alcun corso, postiamo contenuti su Facebook, condividiamo foto e video su Instagram e commenti al vetriolo su Twitter. Oltre a questo? Cerchiamo lavoro su LinkedIn, balliamo su Tik Tok e conversiamo sui massimi sistemi su ClubHouse, l’ultimo arrivato. Ci sentiamo così già esperti. Ci sembra di conoscerli senza problemi solo perché li usiamo con disinvoltura Ecco perché i 7 punti che andremo ad affrontare ti interesseranno sicuramente, a maggior ragione se per lavoro utilizzi le diverse piattaforme.

Social Media: i miti da sfatare

La prima delle 7 curiosità sui social media riguarda la scelta della piattaforma. È impossibile affermare che un social sia uguale all’altro. Instagram è molto diverso da Twitter. Le differenze non riguardano solo i colori del logo o le possibilità di pubblicare testo al posto di foto e video. In generale i social media differiscono fra loro per tipo di utenti che si possono raggiungere e per le finalità.

Per questo motivo occorre sempre che un bravo social media manager conosca gli obiettivi del proprio cliente e il tipo di target che quest’ultimo vuole raggiungere. Solo in questo modo potrà stabilire la strategia più giusta per raggiungere i risultati desiderati. Articoli legati al proprio settore, approfondimenti di tipo tecnico – scientifico trovano spazio su LinkedIn. Su questo social però è impensabile trovare foto di persone in costume stese al sole su una spiaggia assolata. Più facile che tali immagini, per pubblicizzare vacanze da sogno trovino ampio spazio su Instagram.

Il secondo punto riguarda l’utilizzo dei social. Soprattutto a chi si occupa di advertising sarà utile sapere che gli utenti utilizzano Facebook, piuttosto che Instagram attraverso il loro cellulare e non da pc. Ecco perché i contenuti dovranno essere ottimizzati per gli smartphone. Possiamo qui aprire un lungo capitolo sui contenuti. Come dicono gli americani: “Content is the King”. Ogni dettaglio deve essere studiato nei minimi particolari. Dietro ad un hashtag piuttosto che un altro ci sono ore di studio e ricerche, ma soprattutto si nascondono strategie per arrivare un determinato tipo di pubblico. Foto, video o testi devono avere una certa qualità, veicolare un messaggio preciso e rientrare all’interno di un piano strategico studiato precedentemente con grande attenzione.

Terzo punto? Ogni social media manager deve sapere quando pubblicare un determinato contenuto e quando, invece, astenersi. Ci sono orari più adatti rispetto ad altri. Su Facebook gli utenti sono maggiormente attivi dopo la fatidica pausa pranzo. Su Instagram, invece, nel tardo pomeriggio.

Ogni piattaforma offre la possibilità di analizzare il traffico e scoprire quando gli utenti siano più o meno attivi. Si raggiunge però una certa consapevolezza solo provando e riprovando. Non è detto che se si pubblica all’ora di punta il post diventi sempre virale. Tante sono le variabili che entrano in gioco. Di sicuro un post interessante non dovrà andare online dopo la mezzanotte o alle 7 di mattino. Un video divertente, invece, potrebbe essere postato anche in serata.

Il quarto punto riguarda la forza dei contenuti video rispetto alle semplici immagini o ai post con del testo scritto. Scorrendo la bacheca o timeline è più semplice fermarsi a guardare un video curioso o divertente piuttosto che a leggere un testo. Il contenuto visuale attira sicuramente di più e spinge anche maggiormente all’interazione.

La terzultima curiosità fa crollare, invece, alcuni miti. Ci sono pagine Facebook e profili Instagram con milioni e milioni di like e seguaci. Non è tutto oro quello che luccica. Si possono comperare sia i like che i seguaci, ma ciò non garantisce popolarità e grosse possibilità di guadagno.

Social Media: le ultime indicazioni utili

La sesta, delle 7 curiosità sui social media riguarda il tipo pubblico maggiormente attivo sui social e a cui molti puntano. Il target numero 1 è composto dalle mamme con figli sotto i 5 anni di età. Sono loro che utilizzano maggiormente i social, sono a loro che sempre più brand si rivolgono. Sono infatti loro, sulla maggior parte degli argomenti, le vere decision maker.

Dulcis in fundo dobbiamo parlare di velocità e gentilezza. Secondo recenti ricerche compiute sulla percezione dei brand sui social è emerso che il 71% delle persone predilige ricevere una risposta in tempi brevi. Chi si occupa dei social per un brand o per la propria attività deve dunque rispondere ai propri utenti e clienti nel più breve tempo possibile e con grande gentilezza anche se, dall’altra parte, non è stato dato grande interesse a quest’ultimo aspetto. L’educazione viene prima di tutto, ma soprattutto aiuta quando si deve rispondere ai detrattori e scongiurare possibili crisi.

Corso LinkedIn online, come funziona e dove farlo?

Come funziona un corso LinkedIn online? Dove ci si può rivolgere per seguirlo? Partiamo in primis dalla domanda che precede questi due quesiti. Il consiglio è sempre quello di capire con cosa si ha a che fare e perché si vuole ‘afferrare il toro per le corna.’ Insomma prima di comprendere il come e il dove è sempre bene soffermarsi un attimo sul perché. Solo sapendo cosa si cerca e il motivo per cui si ha la necessità di approfondire le proprie conoscenze si può trovare il corso adatto. Non a caso è più facile raggiungere i propri obiettivi se si cerca e poi si sceglie quel qualcosa in grado di combaciare appieno con le proprie aspettative e necessità.

Come tutti i social LinkedIn è in continua evoluzione. Per venir incontro alle richieste e alle esigenze dei suoi utenti, infatti, la piattaforma si aggiorna di continuo offrendo sempre nuovi tool. Conoscerli subito tutti per sfruttarli al massimo delle loro potenzialità non è sempre così immediato. Seguendo i corsi giusti tutti possono imparare a dialogare con la piattaforma e a sfruttarla per il proprio business. Non bisogna mai e poi mai abbandonare il campo perché ci si sente sopraffatti. Sarebbe come dichiararsi sconfitti senza aver nemmeno combattuto. LinkedIn è uno dei migliori portali online per aziende che ci siano sul web. Per questo motivo occorre approfondire le proprie conoscenze e tenersi aggiornati. Ci sono corsi dedicati ai diversi livelli di conoscenza del social, ma anche corsi mirati per imprenditori e per il loro staff in grado di andare a colmare alcune precise lacune.

Corso LinkedIn online: livello base

Se si vuole avere una prima infarinatura in merito al social e ai vantaggi che offre si può iniziare a frequentare un corso LinkedIn online di livello base.

Online? Sì. In questo modo si può seguire il corso comodamente da casa, o da qualsiasi parte si voglia. Basta possedere un pc e una buona connessione a internet. Non ci sono problemi per gli spostamenti e si perde meno tempo. Nonostante ciò si possono avere comunque le stesse attenzioni che si avrebbero in aula grazie alla presenza di personale qualificato pronto a rispondere, anche in chat e per mail – oltre che live, a tutte le domande. Il corso base da una prima infarinatura, apre gli occhi su tutte le potenzialità dello strumento che si ha sotto il naso.

L’obiettivo è quello di dare tutti gli strumenti di comprensione e gestione in completa autonomia di pagine e profili LinkedIn per aziende che vogliano allargare i confini del proprio mercato. Si apprendono i primi rudimenti di SEO per LinkedIn per farsi trovare facilmente da chi ci cerca, ma anche la compilazione del profilo dipendente e della pagina aziendale. Si passa così dal comprendere come impostare descrizione, collegamento con l’azienda e presentazione della propria realtà di business, a quali errori non commettere. Importante è sapere cosa non fare per evitare di cadere nelle banalità e compromettere la propria immagine.

Si passa poi a come costruire la giusta immagine di copertina per fare branding e come scegliere la corretta immagine profilo. Nulla deve essere lasciato al caso. Il profilo va curato in ogni suo dettaglio sempre avendo ben in mente l’azienda, i suoi valori e il suo stile comunicativo.

Come si gestisce una pagina aziendale? Il corso aiuta a comprendere i passi da seguire per non sbagliare nulla e dare del proprio business una immagine sciatta, trasandata e poco professionale.

Nel corso LinkedIn online si impara solitamente come:

  • usare la SEO per la pagina aziendale e farsi trovare facilmente su LinkedIn e Google con un profilo in linea con la nostra attività di business.
  • compilare le varie informazioni richieste, slogan e nome dell’attività: come scegliere la giusta impostazione testuale sia a livello di SEO che di User Experience.
  • impostare visivamente la pagina della propria attività
  • modificare l’Url della pagina aziendale.
  • gestire i collegamenti e gli inviti.
  • creare post in linea con l’algoritmo
  • attuare un piano editoriale mirato al conseguimento di obiettivi precisi per la scalata al successo.

Il corso avanzato

In un corso LinkedIn online di livello avanzato, invece, si fa un passo ulteriore nella conoscenza della piattaforma. Si tratta di un passo che qualsiasi imprenditore deve compiere per il bene del proprio business. Attraverso questo corso si apprende cioè come dare vita a un programma di Employee Advocacy in grado di dare gli strumenti per raccontare la propria storia e venir ascoltati dagli utenti. Non sempre si parla a qualcuno. Una azienda deve essere capace di farlo nel migliore dei modi. In un mondo, poi, dove tutti alzano la voce e dove ci arrivano informazioni da ogni dove è bene riuscire a farsi ascoltare, attirando l’attenzione. Occorre saper scegliere i target di riferimento e arrivare a lui con sincerità, professionalità e trasparenza per instaurare un ottimo rapporto.

Il corso spiega: l’importanza della Social Media Policy, l’utilizzo degli hashtag e come creare campagne pubblicitarie. Un bravo social media manager deve conoscere tutte queste cose e rimanere sempre al passo con i tempi.

Non basta solo studiare la teoria. Si impara moltissimo, una volta che si conoscono le regole, anche guardando gli altri e soprattutto provando e riprovando. Per questo motivo il corso LinkedIn online offre la possibilità di affiancare alla teoria la pratica. Mettersi all’opera, ‘sporcarsi le mani’ serve oltretutto a testare il livello di comprensione dei concetti elencati.

Il bello dei social e del web? La formazione non finisce mai. Come abbiamo detto all’inizio LinkedIn è in continua evoluzione e offre strumenti sempre nuovi. Un bravo social media manager sa di dover rimanere costantemente aggiornato e di non potersi fermare dopo il corso avanzato. Esistono, infatti, altri motivi per continuare a studiare come un corso LinkedIn online su Sales Navigator.

Foto di Nitish Gupta da Pixabay

LinkedIn Sales Navigator, cos’è e come funziona?

Che cos’è LinkedIn Sales Navigator? Si tratta di un tool, ovvero uno strumento specifico, che si occupa di vendite in ambito B2B ed è stato messo a disposizione dal noto social network dedicato ai rapporti professionali. A cosa serve? Il suo impiego ufficiale è quello di aiutare a vendere. Questo il concetto in parole povere. Volendo essere più professionali possiamo dire come LinkedIn Sale Navigator sia un tool che permette di fare social selling utilizzando la propria rete di contatti per implementare il proprio business e soprattutto incrementare i guadagni. Grazie alla sua presenza si può:

  • trovare nuove opportunità di business,
  • accrescere il network,
  • fare una lead generation mirata.

Ci sono altre cose che dobbiamo sapere su questo particolare tool. In primis si tratta di uno strumento a pagamento. Per utilizzarlo al meglio, sfruttandone appieno tutte le potenzialità, occorre: una buona ottimizzazione del profilo, una strategia e la condivisione di contenuti ad hoc su LinkedIn.

Come si utilizza il tool

Per utilizzare LinkedIn Sales Navigator basta entrare, nel feed del social, all’interno della sezione “Scopri” e selezionare l’opzione che ne riporta il nome. Durante la configurazione iniziale vengono richieste all’utente diverse informazioni sulla sua azienda, sul mercato e sul target ovvero sui clienti tipo. Da questa prima intervista su chi siamo e cosa vogliamo, l’algoritmo inizierà a elaborare tutti i dati inseriti e a ricercare possibili connessioni tra le aziende e i professionisti presenti nel suo database.

L’algoritmo non si basa solo su queste iniziali informazioni raccolte. Durante l’uso dell’account può memorizzare ricerche e altre azioni di navigazione utilizzando ogni dato per perfezionare il suo lavoro e migliorare così le risposte fornite.

Per far funzionare LinkedIn Sales Navigator è estremamente importante settare accuratamente tutti i filtri. Perché? Ebbene questo tool, così prezioso per il proprio business, ha come punto di forza la ricerca avanzata permettendo di lavorare su due macro-categorie logiche. Da un lato esamina i contatti dei professionisti con cui entrare in contatto. Dall’altro controlla costantemente le aziende che appartengono al target di interesse. Se non si scelgono i filtri con coerenza rispetto ai propri interessi per espandere il business si rischia di fornire all’algoritmo dati falsati su cui elaborare tutti i match.

I Filtri di LinkedIn Sales Navigator

Ogni ricerca specifica può richiedere l’attivazione di anche ventun filtri. Se si è alle prime armi, però, è davvero difficile impostare correttamente tutti questi parametri. Per questo motivo gli esperti del settore consigliano di monitorare costantemente il lavoro che si svolge impostando determinati filtri e controllando i risultati proposti dall’algoritmo. Oltre a questo i professionisti del settore suggeriscono a chi muove i primi passi di utilizzare sicuramente il filtro ‘relationship’ e far iniziare la ricerca dai collegamenti di secondo grado. In questo modo è più facile allacciare relazioni con cui si condivide già qualcosa e poter controllare meglio il lavoro svolto dall’algoritmo. Studiando il funzionamento dell’algoritmo si può, pian piano, aumentare l’utilizzo di filtri e richiedere, ricerca dopo ricerca, cose sempre diverse a seconda del nuovo obiettivo da raggiungere.

Altri filtri utili? Vi sono sicuramente: Title, ovvero il titolo dell’azienda; Years in current position o Years at current company, utilizzato per ricercare contatti con un livello diverso di anzianità nell’azienda; geografy a seconda che si voglia agire sul local oppure no;

Come funziona LinkedIn Sales Navigator

Come funziona? Questa funzionalità a pagamento sblocca diverse possibilità all’utente dando accesso a determinati dashboard di ricerca. Nello specifico, come abbiamo già ampiamente elencato, LinkedIn Sale Navigator mettere a disposizione degli utenti ricerche specifiche per permettere ai venditori di vendere a più persone il loro prodotto. Grazie a questo tool si possono contattare quante più persone fisiche o aziende per migliorare il proprio contesto B2B.

Il funzionamento si basa essenzialmente su due fattori anzi strumenti: quelli di contatto e quelli di analisi

  1. Strumenti di contatto. Grazie al suo algoritmo di ricerca e ai filtri specifici da impostare correttamente, agevola le azioni di contatto con professionisti con potere decisionale dentro le aziende. Favorisce cioè l’incontro fra domanda e offerta mettendo in relazione venditori e compratori.
  2. Strumenti di analisi. Fornisce l’accesso ad analisi puntuali sulle caratteristiche delle aziende e dei loro referenti interni.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Corso Instagram online, come funziona e dove farlo?

Perché scegliere un corso Instagram online? Il social network è cresciuto in maniera esponenziale e giorno dopo giorno continua ad attrarre un numero molto elevato di utenti. Quanti? Si calcola che siano circa 500 milioni quelli attivi ogni giorno. Con una platea così ampia Instagram costituisce una ghiotta occasione per ogni imprenditore e brand di farsi conoscere, trovare nuovi clienti e contatti, ma anche veicolare i propri valori. Fare tutto ciò non è affatto facile. Non si può pretendere di approdare sul social e trovare, immediatamente, solo perché si è aperto l’account, utenti pronti a prostrarsi ai propri piedi. Instagram offre moltissime opportunità, ma dietro il raggiungimento di ciascuna di esse c’è un piano ben ponderato e tanto duro lavoro. Nessuno arriva ad agguantare un obiettivo senza aver studiato.

Occorre comprendere come funziona Instagram attraverso un corso specifico da fare in presenza o online, sapendo di doversi tenere comunque sempre in aggiornamento. Il social è infatti in continua evoluzione. Imparare alcune tecniche di questo social non è come imparare a memoria le tabelline. Due per due farà sempre quattro, mentre non è detto che regola che oggi funziona, su Instagram, domani sia ancora valida. Solo dopo aver capito questo concetto, basilare, si può iniziare a mettersi in cerca del miglior corso Instagram online o in presenza e dell’agenzia dove effettuarlo.

Corso Instagram: online o in presenza?

Cerchiamo di rispondere alla prima domanda. È meglio frequentare un corso Instagram online o in presenza? Tutto dipende dal tempo che si ha a disposizione, da cosa si cerca e dalle possibilità economiche. Grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie, però, oggigiorno un corso online offre le stesse opportunità di un corso in presenza. Attraverso lo schermo si può dialogare con il docente, porre domande se non si riesce a comprendere un concetto, ma anche fare esercizi e veder corretti i propri errori.

I vantaggi di seguire un corso online sono diversi. Chi lavora, ad esempio, può organizzarsi meglio con i tempi ed incastrare tutti gli impegni non dovendo spostarsi da una parte all’altra della città per raggiungere la sede del corso. Le lezioni possono essere seguite comodamente da casa o fruite ovunque si è grazie a uno smartphone, un tablet o un pc portatile.

In presenza si crea un rapporto diverso con il docente e gli altri ‘allievi’ e magari c’è uno scambio più immediato di sensazioni. Dietro ad uno schermo tale immediatezza può venir meno, ma la possibilità di essere nella propria confort zone può spingere chi segue il corso a lanciarsi di più nel rispondere a domande o meglio nel mettersi in gioco per imparare al meglio.

Come funziona un corso di Instagram online?

Per poter prendere una decisione è importante capire come funziona un corso di Instagram online. Fra i migliori su piazza c’è sicuramente quello offerto da Corso Social. A disposizione di chiunque voglia ampliare il proprio bagaglio culturale vi sono due tipi di corsi.

  1. Corso Instagram base
  2. Corso Instagram avanzato.

Entrambi i corsi prevedono lezioni frontali con insegnanti privati via Skype. Il primo si rivolge a chi vuole apprendere le basi del noto social, il secondo, invece, a chi ha già qualche esperienza e vuole consolidare le proprie conoscenze o rimanere al passo con i tempi.

Cosa si studia? Prendiamo ad esempio il corso base. La durata è di sei ore. In esse si alternano lezioni ed esercizi per valutare, argomento dopo argomento, la comprensione dell’alunno di quel specifico modulo.

Gli insegnamenti iniziano proprio con l’imparare come si apre un account su Instagram. Passando dal come scegliere le emoji e gli hashtag si arriva a come decidere colori e font o sfruttare gli Influencer per il proprio brand.

Alla fine della lezione l’agenzia rilascia un certificato che attesta gli studi svolti e le slide contenenti la spiegazione dettagliata di quanto detto a lezione per poter ripassare costantemente quanto appreso.

Come fa Instagram a decidere cosa mostrarci?

Ammettetelo, ve lo state chiedendo anche voi, e magari anche da un po’ di tempo. Come fa Instagram a decidere cosa mostrarci? Quale algoritmo si nasconde dietro alla scelta di farci vedere, non appena apriamo l’applicazione sul telefono, determinati post piuttosto che altri? Le scelte vengono compiute in base alle abitudini di ogni utente. La questione non è però così semplice e merita di essere approfondita.

Un po’ di storia su come fa Instagram a decidere cosa mostrarci

Come fa Instagram a decidere cosa mostrarci? Luglio 2017. Sembrerebbe preistoria, ma non lo è. Parliamo di quel mese specifico riferendoci a lui come ad uno spartiacque. Il motivo? In quella data Instagram ha sostituito l’ordine cronologico con cui faceva apparire i contenuti ai suoi utenti con un algoritmo ben studiato.

Come mai questa inversione di rotta? La decisione è stata presa per andare incontro alle esigenze degli utenti. Pare che il 70% degli iscritti si lamentasse di perdere i post delle persone che seguiva mentre il 50% non visualizzava, invece, addirittura i contenuti degli amici. Risultato? L’applicazione perdeva appeal. Non trovando cose interessanti gli utenti vi passavano sopra sempre meno tempo preferendo altri social o altre attività.

L’introduzione dell’algoritmo basato sulle preferenze degli utenti ha permesso a tutti di visualizzare il 90% dei post pubblicati dagli amici e di passare più tempo sulla applicazione. In questo modo Instagram, per sua stessa ammissione, così come Facebook, ha cercato di migliorare l’esperienza degli utenti rendendogli la vita social più facile.

Su cosa si basa l’algoritmo?

Come fa Instagram a decidere cosa mostrarci? In che modo, cioè, lavora l’algoritmo? Il suo compito principale è quello di servirsi di un sistema di apprendimento automatico fondato sul comportamento e le interazioni passate degli utenti. Il sistema studiato appositamente per Instagram tiene conto di tutto: dai commenti ai like, dalle semplici visualizzazioni all’interesse mostrato per determinati contenuti.

Tre sono i punti cardine intorno ai quali ruota la possibilità di ciascun utente di visualizzare un contenuto piuttosto che un altro.

  1. Attività recenti: viene data priorità ai post nuovi
  2. Interazioni: si tiene conto delle interazioni passate, dei commenti, dei like e dei tag
  3. Interesse: che si basa sulle scelte del passato in merito a contenuti simili.

Oltre a questi tre punti fondamentali, l’algoritmo decide quali contenuti far vedere agli utenti anche in base ad altri parametri. Fra di essi vi sono:

  1. Il numero di followers
  2. Frequenza di utilizzo del social. Meno lo si utilizza e più c’è la volontà di richiamare l’utente su Instagram offrendogli contenuti che possano stuzzicarlo ed attrarlo il più possibile.

Va poi sfatato un falso mito su come fa Instagram a decidere cosa mostrarci. Il nuovo algoritmo non fa preferenze fra post con foto o video. Qualcuno è stato portato a pensare erroneamente che vi fosse una preferenza per i video rispetto alle semplici immagini, ma gli esperti l’hanno smentito. Chi è solito visualizzare soprattutto belle foto, continuerà a visualizzarne sempre di più solo ed esclusivamente perché ha suggerito all’algoritmo di preferire quel tipo di contenuti rispetto ad altri. Al contrario un utente interessato a video inerenti ricette di cucina, tutorial di trucco e parrucco, si vedrà proporre maggiormente questa tipologia di contenuti.

Corsi Social Media: quali sono i migliori pacchetti in Italia?

Quali sono in Italia i migliori pacchetti per corsi sui social media? Si deve puntare su corsi social da seguire online o in presenza? Gratis o a pagamento? Di chi ci si può fidare?

Per diventare bravi social media manager bisogna investire sulla propria formazione e partire dalle basi. Non è sempre facile, però, riuscire a districarsi fra le centinaia di offerte. Esistono davvero moltissimi corsi social, ma solo alcuni servono davvero ad arricchire il proprio bagaglio culturale e ad entrare attivamente in quella che è una professione in continua evoluzione che offre veri e propri sbocchi lavorativi. Va sottolineato, infatti, come il mondo del lavoro stia effettivamente cambiando. Per rimanere al passo con i tempi si cercano, oggi, professionisti su cui qualche anno fa nessuno avrebbe investito un euro. Sempre più aziende hanno bisogno di social media manager per gestire le loro campagne di social media marketing.

Per rispondere ad una domanda in continua crescita e buttarsi dunque in una nuova professione davvero stimolante occorre frequentare i corsi giusti.

Come scegliere i corsi social più adatti

Prima di parlare dei migliori pacchetti in Italia è bene fare il punto su come scegliere davvero un buon corso e come riconoscere quelli davvero validi da quelli da evitare.

In primis bisogna partire da una analisi personale. Solo stabilendo cosa si vuole fare e conoscendo le proprie capacità si può capire davvero cosa si vuole o si può imparare. Una volta consapevoli delle proprie motivazioni e di ciò che si cerca si può iniziare a scremare le varie offerte di pacchetti inerenti corsi sui social media.

Altri parametri per prendere la decisione migliore?

  1. La fiducia. Ci si affida alle agenzie che nutrono di una buona reputazione e che non tentano solamente di vendere il pacchetto dei corsi, ma che lavorano attivamente sul web e suoi social e che hanno maturato ampia esperienza seguendo diversi clienti.
  2. Il costo. Se si decide di investire sulla propria formazione è bene valutare i costi in base alle proprie tasche, ma è anche consigliabile non scegliere mai i prodotti più scadenti o che vengono forniti gratuitamente. In questo modo, infatti, la formazione rischierà di essere piuttosto superficiale e lacunosa.

I pacchetti migliori in Italia

WPG offre diversi pacchetti in grado di rispondere alle esigenze dei propri clienti. Ci sono infatti corsi di Facebook, Instagram, Linked-In e Pinterest a livello base, ovvero adatti a chi si affaccia in questo mondo per la prima volta e vuole iniziare a muovere i primi passi. Le lezioni si svolgono a livello individuale sia in presenza che online e prevedono anche diversi esercizi per aiutare a comprendere meglio le nozioni apprese di volta in volta.

Ci sono inoltre anche corsi avanzati adatti a chi magari lavora già in questo mondo e vuole tenersi in costante aggiornamento. La modalità di svolgimento però è sempre la stessa. Le lezioni seguono un programma ben dettagliato e prevedono sempre la possibilità di eseguire prove pratiche per mettere alla prova le proprie capacità di apprendimento.

L’offerta è davvero molto ampia. Vi sono ad esempio pacchetti ad hoc pensati appositamente per artisti, gallerie d’arte e ristoranti in modo da aiutare i professionisti di questi settori a migliorare il proprio business.

Il pacchetto per gli artisti offre, ad esempio, la possibilità di utilizzare correttamente i social per fare branding online nell’arte. Lezione dopo lezione si impara ad usare a livello professionale: Facebook, Instagram, LinkedIn e Google My Business.

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